Quando CORTO MALTESE(la rivista) pubblicò Watchmen in fascicoli, io c'ero.
Stavo scoprendo che i supereroi non erano spariti con la Corno, leggevo Devil di Miller e i Fantastici 4 di Byrne...
Adesso Watchmen è al cinema e devo ammettere che mi è piaciuto!!!
Non è una lettura su più livelli e ci sono scontri spacca-tutto, ma lo spirito resta e Snyder fa un ottimo lavoro.
L'adattamento è molto buono, le frasi sono perlopiù quelle del fumetto e anche se il risultato è un po' troppo "pulito" rispetto alla storia di Moore, il film funziona.
Rendo omaggio (al fumetto e al film).
12 commenti:
'azz.
Quel comedian spacca di brutto!
E watchmen la primavolta lo lessi pure io su corto maltese, ora che ci penso.
Ahhh, l'età..;)
Quoto: il Comico spacca di brutto!
Anche Gufo Notturno e Spettro di Seta però non sono male! Uno dei tratti che mi piacciono di più nello stile di Michela è la capacità di rendere bene le diverse corporature (alcuni disegnatori americani sanno solo disegnare culturisti o modelle!)
Comunque il fumetto me lo sono sempre perso... fino alla scorsa settimana, quando ho trovato l'edizione paperback e l'ho comprata subito!
Sono contentissimo dell'acquisto, ho letto la storia tutta d'un fiato e ogni tanto la riprendo in mano per gustarmi qualche sfumatura che non avevo colto.
Mi fa piacere che anche il film sia riuscito bene! Lo vedrò senz'altro!
Secondo me il fumetto supereroistico americano si può dividere in due fasi: pre-watchmen e post-watchmen. Se Stan Lee ha introdotto i supereroi con i super problemi, Moore ha definitivamente demolito la dimensione fiabesca insita nel genere. Ho letto e riletto quel volume non so quante volte, e ammetto di temere per il film. Spero di non restare deluso...
Comunque mi piacciono moltissimo gli omaggi al fumetto. Peccato che manchi Rorschach: il personaggio più svitato della saga (che è anche il mio preferito). :-)
@Harlock: siamo vecchi uguali!
@Luca: era inevitabile che un Super-intenditore come te si imbattesse in Watchmen: se ci è voluto il film, allora un senso ce l'ha, il lavoro di Snyder! ^__-
@ Maurizio: concordo più o meno.
Stan Lee fa parte della seconda fase, prima di lui ci sono gli Anni '40, in cui le "grandi responsabilità" ancora non c'erano.
Ma i supereroi han perso l'innocenza con Moore e poi con Miller: su questo non si discute.
Il film ha i limiti che già ho esposto: per il resto anch'io avevo paura, ma x chi ha letto il fumetto,il film è fin prevedibile, nella sua fedeltà. ^_^
Non è mica The Spirit ;__; che tradisce lo "Spirito" a cominciare dal trailer :((
Rorschach è anche il mio preferito, non sono riuscita a renderlo senza banalizzarlo. ^^
Effettivamente se consideriamo che Born again, The Dark Knight Returns e Watchmen sono stati pubblicati tutti nel 1986, si può considerare Miller l'altro padre il padre della "rivoluzione realistica" nei supereroi. Però personalmente ho sempre notato una grossa differenza tra le citate opere di Miller e quella di Moore. Nelle prime due, nonostante i temi forti, la violenza e il cinismo, alla fine assistiamo ad un perocorso postivo. Abbiamo due eroi (Devil e Batman) che dopo aver toccato il fondo hanno una vittoria morale sul mondo ingiusto che li circonda. In Watchmen alla fine dei giochi non abbiamo nessun vero eroe che trionfa anche solo moralmente. Tutti sono animati da nevrosi, ambizioni e interessi personali. Non c'è un vero messaggio di speranza, non c'è un percorso postivo. Il fumetto stesso chiude in modo inquietante, con un pericolo che rischia di vanificare il precario equilibrio raggiunto.
In ogni caso dal 1986 tutto è cambiato. Authority, Supreme Powers, Ultimates, Powers, Ultra, Wanted, The Twelve, The Boys e altri che in questo momento non mi vengono in mente, sono tutti eredi della rivoluzione apportata da quei fumetti. Ma anche in Italia il 1986 fu un momento magico per i fumetti: l'ottobre di quello stesso anno fu dato alle stampe il numero 1 di Dylan Dog...
(cacchio, ho fatto un discorso serio sul tuo blog senza manco una battuta demente, sarà l'età?)
ciao Michela
anche a me è piaciuto molto il film. Peccato che in quella multisala c'ero solo io sveglio. A fine primo tempo mi son girato e dormivano tutti. Si aspettavano forse di vedere la solita baracconata hollywoodiana. Per il resto quoto Maurizio, il 1986 è un anno interessante anche per me ^___-
@ Maurizio: forse la differenza tra Miller e Moore sta nel fatto che il primo è americano e l'altro è inglese.
Hanno per forza una visione diversa delle cose: Miller inoltre punta molto l'attenzione sul personaggio,gli mette di fronte avversità perlopiù volute da altre persone,lo prende, lo maltratta,lo rompe e quando lo rimette insieme, è un personaggio più ricco.
Moore parla di Società e di come questa faccia cadere e marcire gli ideali. Ogni personaggio viene usato per creare una visione d'insieme.
@Daniele: dici che dormire in sala è la reazione di chi vede il film senza aver letto il fumetto??
@ Michela:
Grazie per il complimento #^__^# e complimenti per la sintesi delle differenze tra Miller e Moore: non si sarebbe potuta spiegare meglio in uno spazio così breve! Comunque continuiamo tutti ad aspettare Rorschach! ^__^
@ Maurizio:
E chi l'ha detto che sui fumetti si debbano per forza fare battute dementi? ^__^ A me piace anche leggere discorsi seri, soprattutto fatti da qualcuno che se ne intende...
PS = Ma quanto mi piace il disegno che hai messo nell'intestazione del blog...! ;-P
Il disegno in testata era uno schizzo prima che passassi tu a dargli quei colori! ^__^
E a proposito, ho postato su Drawing Board il nostro Hulk!(zona Supereroi, io posto come TheQueen).
@ Michela: più o meno stiamo dicendo la stessa cosa. :-)
Volevo solo precisare che quando ho parlato di era pre-watchmen e post-watchmen, mi riferivo proprio al potere di rottura che Moore ha avuto nel fumetto supereroistico. Fondamentalmente, i due capolavori che Miller ha sfornato nel 1986 hanno raffinato una macchina narrativa già esistente. A conti fatti, sia Matt Murdock che Bruce Wayne, per quanto vivisezionati e ricostruiti da zero, restano pur sempre due eroi. Più adulti, moderni, arricchiti di sfumature mai viste prima, ma pur sempre eroi.
Moore ha invece dimostrato che è possibile raccontare storie mainstream in un contesto di genere. Nella formula di Moore non ci sono certezze o percorsi guidati: tutto può succedere. Se la macchina narrativa di Miller reinventa l’eroe, quella di Moore lo distrugge. In Watchmen la famosa massima di Stan Lee: “da un grande potere deriva una grande responsabilità”, viene sebeffeggiata dal folle egocentrismo di Rorschach che in prigione urla “Nessuno di voi ha capito, non sono io rinchiuso qui dentro con voi, siete voi rinchiusi qui dentro con me!”.
In questo senso, quando i supereroi di Authority sottomettono i governi di tutto il mondo per conseguire i loro scopi, o quando Hank Pym in Ultimates malmena Wasp riducendola in fin di vita, non abbiamo eroi, ma solo uomini. E proprio in questi fumetti io vedo l’eredità di Moore. Per cui nella mia classifica personale, pur reputando un genio Miller, reputo l'opera di Moore come principale spartiacque tra un prima e un dopo nella storia del fumetto di genere.
@ Luca: le battute dementi ricalcano il clima goliardico che tempo fa si era creato sul forum di Jonathan (purtroppo sempre più deserto). Per me le community sono anche un luogo per ridere tra amici. :-)
@ Maurizio:E qui ti devo dare pienamente ragione ^__^
Sarebbe interessante capire se Moore sapeva cosa stava facendo ai supereroi, sfornando Watchmen: probabilmente il supereroe classico non gli piaceva e così l'ha demolito. ^^
(grazie x la chiacchierata, la Storia dell'Arte applicata al fumetto mi piace proprio! ^_^)
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